lunedì 13 dicembre 2010

IL GIAPPONE - 1° parte

a cura di Ist. Benini Barbara


 Caratteri generali

Il Giappone è un grande arcipelago e stato (312.723 Kmq con 123.611.541 abitanti) dell’Asia estremo-orientale, il cui nome ufficiale Nippon o Nihon, entrato nell’uso alla fine dell’VIII secolo dell’era volgare, non è che la pronuncia giapponese del cinese Jihpen (abbreviazione di Jih pen kuo ‘il paese dell’origine del sole’) nome col quale il Giappone era ed è tuttora noto agli abitanti della Cina. Da esso derivò la variante Zipangu, portata in Europa da Marco Polo e, in seguito, la forma Giappone. La capitale è Tokyo.

La bandiera giapponese, formata da uno sfondo bianco con un cerchio rosso al centro, è chiamata Hinomaru, “cerchio di sole”. Fu ufficializzata nel 1888, insieme all’inno nazionale, il “kimigayo”,  tratto da un antico poema e musicato da Hiromori Hayashi. L’inno inizia in questo modo:
 Kimi ga yo wa, Chiyo ni yochiyo ni, Sazare-ishi no Iwao to narite, Koko no musu made...” che significa:
Possa il Regno dell’Imperatore continuare felice per migliaia di anni, finché quelli che oggi sono ciottoli diverranno grandi rocce che il muschio ricoprirà.”


Geografia


Il Giappone è costituito da una numerosissima serie di isole (oltre 3000) che si estendono a festone di fronte alle coste orientali del continente asiatico e della penisola di Corea. Questa lunga catena insulare forma tre archi a lieve curvatura, con la convessità rivolta verso il Pacifico, ciascuno dei quali abbraccia un mare, e cioè il Mare di Ochtsk, il Mar del Giappone e il Mare Cinese Orientale.

L’arco centrale comprende il Giappone propriamente detto, che è costituito dalle quattro isole di Hokkaido, Honshu, Shikoku e Kyushu, le più grandi di tutto l’arcipelago. Gli altri due archi sono formati ciascuno da una catena di piccole isole, e precisamente quello settentrionale dalle isole Curili (giapponese Chishima ‘le mille isole’), che però, dopo la seconda guerra mondiale sono passate all’URSS, e quello meridionale dalle isole Ryukyu che, a Sud del parallelo di 29°, sono passate contemporaneamente sotto l’amministrazione fiduciaria degli Stati Uniti d’America, cessata nel 1972.



Caratteristiche fisiche

Morfologicamente le isole giapponesi costituiscono le porzioni più elevate di un vasto sistema montuoso che fronteggia le coste orientali del continente asiatico, separato rispetto a questo da mari che hanno occupato le depressioni intermedie. Il rilievo del paese è quanto mai irregolare e generalmente aspro: creste ardite, massicci scoscesi, brevi catene di monti spesso orlate di coni vulcanici, interrotte qua e là da fratture e depressioni, rivestite sempre da una vegetazione varia e lussureggiante, separano altipiani o pianure, non di rado coperti di effusioni laviche e solcati da ripidi corsi d’acqua, inadatti alla navigazione. Dal punto di vista geologico il Giappone costituisce un arco magmatico intraoceanico con alle spalle un bacino marginale di retroarco (Mar del Giappone). Verso il Pacifico, di fronte alle isole, sono presenti delle fosse oceaniche, nelle parte più interna delle quali si attua il processo di subduzione della zolla pacifica; a questo processo è connessa l’intensa attività vulcanica e sismica che caratterizza in particolar modo il settore Nord-Est dell’arco giapponese.

Clima

Per la sua estensione in latitudine, che tenendo conto soltanto delle quattro isole maggiori supera i 24°, l’arcipelago giapponese presenta condizioni climatiche assai varie, influenzate anche dall’alternarsi dei monsoni, dall’andamento del rilievo e dalle correnti marine. Il Giappone, inoltre, si trova sulla rotta dei cicloni, provenienti in gran parte dalle Filippine, che si verificano con una media di una dozzina l’anno e con massima frequenza nella stagione autunnale, accompagnati da piogge torrenziali, che influiscono sensibilmente sull’economia delle isole per i gravi danni che arrecano alle colture. Per la limitata estensione delle isole principali e per il loro rilievo assai pronunciato, i fiumi del Giappone hanno in genere corso breve e carattere torrentizio, presentando spesso rapide molto pittoresche. Da ciò deriva il vantaggio di considerazioni solitamente favorevoli per lo sfruttamento idroelettrico, ma anche lo svantaggio, come si è precedentemente detto, di una navigabilità molto ostacolata.

Flora e fauna

Nonostante l’antico e fittissimo popolamento, la vegetazione naturale copre largamente l’arcipelago giapponese, con grande varietà di aspetti dovuta alla diversità delle condizioni climatiche: il manto boschivo occupa ancora ben i 7/10 dell’intero territorio. Il paesaggio giapponese trae però la sua caratteristica, oltre che dalla vegetazione spontanea, da quella introdotta dall’uomo: campi di riso, piantagioni di tè, orti, frutteti, agrumeti. Giardinaggio e floricoltura sono molto progrediti e tenuti in onore: celebri le piante legnose nane secolari (bonsai) ottenute con procedimenti speciali. Assai varie sono anche le tipologie faunistiche presenti sul territorio giapponese.

Il crisantemo è il simbolo ufficiale del Giappone e compare anche, nella forma stilizzata a sedici petali, nello stemma della famiglia imperiale. Simbolo di pace, nobiltà e lunga vita è molto utilizzato nell’ikebana per la sua bellezza e per le tante varietà.


Un famoso detto recita: “Per vivere mille anni occorre bere la rugiada di un petalo di crisantemo su cui siano state scritte alcune righe dei testi sacri buddisti”

Il fiore del ciliegio, sakura, è uno dei simboli della nazione, anche se non quello ufficiale, e costituisce un motivo ricorrente nell’arte e nella cultura giappone. Esiste addirittura una ricorrenza, chiamata hanami “guardare i fiori”, che celebra i sakura. Si festeggia in aprile : sotto un ciliegio si stende un telo di plastica azzurro sul quale ci si siede in compagnia degli amici, mangiando e bevendo sake, in contemplazione dei petali che cadono dall’albero.
Il senso profondo di questa tradizione, infatti, va al di là del puro godimento estetico offerto dall’intrinseca bellezza dei fiori: ciò che si deve cogliere è la loro caducità, il loro essere destinati a finire come ogni essere vivente. Non si tratta tuttavia di una ricorrenza triste, essendo festeggiata  in aprile essa simboleggia anche, come la primavera, un momento di rinascita e di forza generatrice. Infine, la fioritura dei ciliegi è vista come segno dell’abbondanza della raccolta del riso e come auspicio di prosperità; in tal senso si colloca anche l’usanza di offrire infusi di foglie di ciliegio ai matrimoni.


Economia

La sorprendente ascesa del Giappone nello spazio di appena un secolo, in gran parte dopo il secondo conflitto mondiale, da paese fondamentalmente agricolo, con modeste attività artigianali e commerciali, al rango di potenza internazionale non è stata di certo un ‘miracolo’, ma il risultato di fenomeni estremamente complessi. Il rapido avvio in tal senso trova in primo luogo la sua spiegazione nel concorso fortuito di due circostanze: la crisi interna della società feudale, congelata fino alla seconda metà del XIX secolo in una rigida struttura gerarchica, e la pressione esercitata sul paese dalle nazioni occidentali, generatrici della spinta alle aperture commerciali e ai rapporti culturali col mondo esterno più avanzato.
Il paese si pone all’avanguardia nell’agricoltura, pur avendo essa un peso modestissimo nel contesto nazionale, non tanto per l’estensione e la qualità dei prodotti quanto per le moderne tecniche impiegate: si spiegano così gli altissimi rendimenti per ettaro. Valga come esempio la produzione del riso, che rimane l’alimento base della popolazione insieme con i prodotti della pesca: sono circa 60 i quintali per ettaro coltivato, contro i 53 della Cina e i 25 dell’India, per restare nell’ambito dei solo produttori asiatici. Il riso continua ad essere, dunque, il principale prodotto della terra, coltura rituale praticata dalla quasi totalità dei contadini, ma in continuo progresso sono anche l’orticoltura e la frutticoltura, i cui prodotti sono in buona parte riassorbiti dalla fiorente industria conserviera nazionale.
L’allevamento non si colloca sulle posizioni d’avanguardia dell’agricoltura, specie per quanto riguarda il bestiame grosso; gloria giapponese è la bachicoltura per la produzione della seta grezza, anche se in questo settore il paese è stato superato da Cina e India. Il Giappone detiene invece la supremazia mondiale nel campo della pesca.

L’industria moderna, quasi inesistente fino alla seconda metà del XIX secolo, nasce di fatto durante i primi vent’anni (1868-1888) del periodo Meiji.
Una volta avviato, il processo di industrializzazione ha tratto vantaggio dalla notevole disponibilità di mano d’opera a basso costo; dalla presenza di centri costieri, sedi di porti ben attrezzati, che assolvono il duplice compito di sbarcare le materie prime e di esportare i prodotti manifatturieri; dalla razionale organizzazione delle imprese; dal buon livello tecnologico raggiunto dagli impianti attraverso una sistematica attività di ricerca; e, infine, dall’attivissimo commercio estero.
Nella gamma svariatissima delle industrie il primato, detenuto per lungo tempo da quelle tessili, è passato oggi all’industria pesante e chimica. Una posizione di assoluto rilievo hanno l’industria automobilistica (primo posto nel mondo per unità prodotte) e l’elettronica, attività nella quale i Giapponesi impiegano le tecniche più avanzate, fornendo al mercato prodotti svariatissimi e sofisticati. Fiorenti, infine, sono le industrie alimentari, il cementificio, l’industria della gomma, quella della carta e del vetro: a quest’ ultima si affianca la celebre lavorazione delle porcellane, largamente esportate.